Major e governi sono decisi a controllare a tappeto tutto il traffico internet degli utenti? Sembra ormai un dato certo a livello mondiale. Ma Pirate Bay non ci sta. Il team alle spalle del più famoso sito torrent internazionale si sta dando da fare per sviluppare in tempi brevi una tecnologia di criptatura dei dati in risposta all'offensiva delle autorità.
Il progetto ha già un nome, Transparent end-to-end encryption for the Internets (più in breve Ipetee), e punta a oscurare i movimenti in rete operando a livello di network e non a livello di software, come è stato fatto fino ad ora. Verrà sviluppato probabilmente come un'applicazione per sistemi operativi, Windows e OS X principalmente, e funzionerà in automatico criptando e decriptando tutto il traffico IP in uscita e in entrata dalla rete.
Ad esempio se si vuole scaricare un video dalla rete, Ipetee verifica se il computer remoto da cui si acquisiscono i dati supporta la tecnologia di codifica. In caso positivo i terminali si scambiano le chiavi per la criptatura ed effettuano la trasmissione dei dati. Perché la trasmissione funzioni quindi entrambe i computer ai capi della connessione devono essere dotati di questa applicazione (lo stesso criterio adottato tra i downloaders P2P).
Fredrik Neij (nome in codice Tiamo), co-fondatore della Baia, assicura che Ipetee sarà pronto entro gennaio prossimo, ovvero prima dell'entrata in vigore della nuova normativa svedese sulle intercettazioni, uno delle principali motivazioni che hanno spinto i Pirati ad accelerare i tempi nella realizzazione del progetto (già in cantiere dall'aprile 2007, ovvero dall'autorizzazione delle nuove normative europee sui diritti di proprietà intellettuale).
Ma quali siti, quali servizi web sarebbero disposti ad adottare una tecnologia targata Pirate Bay? Secondo gli scettici Ipetee non è un prodotto destinato a diffondersi velocemente, almeno non abbastanza velocemente rispetto a quanto sarebbe necessario per contrastare le attività di controllo governative.
Senza contare che il programma non è perfetto: può rallentare la velocità di download a causa dell'attivazione della criptatura e invece non protegge gli utenti dai sistemi utilizzati dagli ISP per scoraggiare gli scambi P2P, sistemi che abbattono le velocità di connessione basandosi sul monitoraggio dei byte scaricati e che quindi non possono essere disabilitati. Restano da valutare inoltre i rischi riguardanti la diffusione incontrollata di materiale illegale che un simile network criptato sicuramente attirerebbe.
Fonte: Valentina Tubino VISIONpost